Terre di confine: dalle Alpi al Carso
Sulle Prealpi Giulie, nell’entroterra friulano, Alessia sta vincendo una sfida, riportare su una terra dura e aspra, ormai quasi disabitata, l’allevamento naturale delle capre. La camosciata delle Alpi è una capretta originaria delle montagne svizzere che qui nel valico di Zore, “alba in Sloveno, ha trovato una nuova casa: allevata alla maniera tradizionale, seguendo i ritmi stagionali della natura, permette ad Alessia di produrre piccole quantità di formaggi che hanno il sapore unico delle erbe di montagna. Continuare a vivere a Taipana, nella provincia di Udine, non è stata una scelta facile. Nel 1976 il paese fu distrutto da un terremoto; se pur completamente ricostruito, rischia comunque lo spopolamento, sorte già toccata a molti borghi dell’Italia rurale. Tuttavia l’impegno e la tenacia di alcuni giovani agricoltori riportano in questi luoghi la speranza di un futuro diverso. Omar continua ad allevare cavalli allo stato brado sulla landa carsica, come suo nonno. Matej ha imparato da suo padre a coltivare le viti su questi terreni pietrosi. Anche Edi, che definisce il Carso “terra senza terra”, non smette di credere nelle potenzialità di queste zone così difficili. L’altopiano del Carso, teatro di eventi bellici drammatici, ancora oggi visibili nei resti delle trincee scavate durante la prima guerra mondiale, è oggi luogo d’incontro tra popoli e culture, diversi per lingua e per origini, uniti dall’attaccamento per questa terra. Dall’alto si scorge il golfo di Trieste, città contesa, per secoli snodo commerciale e porta verso l’est. Questo confine d’Italia che dalla montagna digrada verso il mare, svettante e frastagliato di bianca pietra d’Istria, è stato attraversato dalla grande storia e da vicende minute che ne hanno fatto il luogo magico che è ancora oggi.